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Questo libro, a un primo sguardo, sembra rientrare nella categoria, teologicamente e pastoralmente utile, delle opere di catechetica. Si tratta infatti di un esperimento nuovo, innovativo, di catechetica. Il libro non si rivolge unicamente ai cattolici che intendono approfondire alcuni aspetti della loro fede, e neppure soltanto ai cristiani delle varie confessioni, ma elabora una serie di pensieri che possono essere letti da tutti, credenti e non: da tutti coloro che sentono interesse, oggi, per il tema del rapporto fra l'essere umano e ciò che lo oltrepassa e, insieme, lo interpella. Ma, non solo: anche se fosse considerato in special modo la testimonianza di un'attività che, in Mons. Ablondi, ha occupato l'intera vita, il libro non sarebbe pienamente compreso. Perché esso è un libro che regala anzitutto occasioni di meditazione. Esso è da meditare nelle parti in cui l'autore riflette, con sensibilità e spiritualità profonde, sulle cose della vita. Nei beni e nei mali della vita: perché in tutto è possibile cogliere, senza paura, un segno di Dio.